La musica, il carnevale e la ricerca
Anzi il carnevale, la ricerca e… la musica. Dove? Nella legge di bilancio naturalmente. Ci saranno 2 milioni di euro l’anno per il carnevale, inoltre saranno assunti 1600 ricercatori nelle università e 2000 ricercatori negli enti di ricerca (con fondi per 10 milioni nel 2018 e 50 milioni per il 2019); anche per i lavoratori del CREA, ente di ricerca sull’agricoltura, è prevista l’assunzione. Sono invece stati rigettati tutti gli emendamenti che consentivano ai docenti precari di conservatori di musica e accademie di belle arti di essere assunti a tempo indeterminato (si tratta di circa 1070 “cervelli”, per usare una parola che va tanto di moda). Si ricorda che non esiste a 18 anni dalla riforma (legge 508/1999) una norma sul reclutamento e gli ultimi concorsi risalgono al 1990 (!!!!). Questi docenti insegnano dai 6 ai 14 anni senza mai avere alcuna certezza e ricevendo uno stipendio sempre uguale. Il senatore Martini nel suo intervento del 29 novembre al Senato si rallegra dell’approvazione dell’emendamento che consentirà in tre anni la statizzazione degli ex Istituti Musicali Pareggiati: il finanziamento (con 5 milioni di euro nel 2018, 10 nel 2019 e 35 nel 2020) consentirà a queste istituzioni in gravi difficoltà finanziarie di essere gradualmente incluse nei ranghi dello stato e di migliorare la qualità dell’offerta formativa. Il senatore afferma la volontà di tutelare i precari (forse nella prossima era geologica?), ma fa anche altre affermazioni che meritano una riflessione. Ribadisce infatti che «l’AFAM non vivrà se non si riorganizzerà; rischia di crollare su se stessa se non sapremo innovare e anche riorganizzare l’offerta formativa». Gentile senatore, se l’AFAM dovesse crollare sarebbe per le picconate che negli ultimi 18 anni la politica (governi e parlamento) ha puntualmente sferrato a queste istituzioni che incarnano le radici culturali del paese e la sua identità, diffuse sul territorio nazionale da 500 anni. Immagino che lei senatore Martini, visti i suoi studi di perito chimico tintore, non ne sia al corrente; ma è proprio la presenza dei conservatori che ha permesso all’Italia di essere per secoli il primo paese al mondo in termini musicali e altrettanto vale, naturalmente, per le accademie di belle arti (chi sarebbe così folle da metterlo in dubbio?). Il sistema che a suo avviso potrebbe crollare su se stesso chiede a gran voce da anni maggiori finanziamenti, la stabilizzazione dei docenti, la stabilizzazione dei corsi biennali (ovvero la laurea magistrale) che sono rimasti anch’essi precari (sperimentali) per volontà politica, e poi fondi per la ricerca, quasi del tutto assenti. Ma la sua voce, la nostra voce, è sempre rimasta inascolatata. Il governo ha impedito la rielezione del CNAM, unico organo tecnico eletto democraticamente tra le file degli addetti ai lavori e previsto da ben due leggi, servendosi invece di consulenze non trasparenti, oppure operando senza nessuna cognizione delle reali problematiche. Ha prima proposto l’aggregazione di tutte le istituzioni AFAM in non più di 20 politecnici delle arti, poi divenute poli musicali in un secondo emendamento, quindi scomparse nel testo finale dal quale appunto sono stati stralciati i docenti precari e il “riordino”. Poiché la speranza è l’ultima a morire, speriamo ancora in una resipiscenza alla camera e al senato. Ma l’amarezza è tanta. Dunque viva il carnevale!
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