Un triennio propedeutico
A oltre un anno dall’uscita del Decreto Legislativo 60/2017 (e quindi con oltre sei mesi di ritardo sulla scadenza che quel decreto indicava, come già segnalato in un precedente articolo), potrebbe essere ora quasi imminente l’uscita del decreto sull’armonizzazione della filiera musicale, che si occuperà di corsi propedeutici e ammissione al Triennio post-propedeutico.
Gli ISSM e le Istituzioni private autorizzate al rilascio di titoli Afam potranno dunque organizzare, nell’ambito della formazione ricorrente e permanente, corsi propedeutici finalizzati alla preparazione delle prove per l’accesso ai corsi di studio accademici di primo livello. Ricordiamo che il Decreto 60 stabiliva che già dall’anno successivo alla pubblicazione del decreto di cui stiamo parlando gli Istituti Superiori di Studi Musicali (ferma restando la possibilità di svolgere in autonomia e in base alle risorse disponibili attività non curricolari nell’ambito della formazione ricorrente e permanente) potessero iscrivere studentesse e studenti esclusivamente ai corsi Afam e a questi corsi propedeutici. Ci sarà una proroga al 2019/2020?
Dovrebbe essere un Regolamento deliberato dal consiglio di Amministrazione dell’Istituto, su parere conforme del Consiglio Accademico, a stabilire:
a) la durata massima dei corsi, comunque non superiore a 3 anni (per l’Accademia Nazionale di Danza dovrebbero essere 8)
b) l’organizzazione dei corsi e le modalità per consentire agli studenti la contemporanea frequenza dei corsi propedeutici e quelli della scuola secondaria
c) il contenuto formativo e l’articolazione dei corsi, tenuto conto che la preparazione complessiva dei corsi propedeutici è finalizzata all’acquisizione delle competenze necessarie per l’accesso, senza debiti e previo il superamento dell’esame di ammissione, ai corsi accademici di primo livello
d) gli eventuali obblighi di frequenza e la quantificazione dei contributi previsti per la frequenza dei corsi propedeutici.
Per quanto riguarda l’ammissione a questi corsi propedeutici, il candidato dovrà essere in possesso di una preparazione tecnica “avanzata” e di competenze teoriche, e dovrà superare un esame di ammissione, deliberato dalla singola istituzione tenendo conto della durata del corso e dei programmi di ammissione al Triennio.
Le Istituzioni a quanto pare potranno stipulare convenzioni con gli Istituti Superiori non musicali per disciplinare le modalità per consentire la contemporanea frequenza dei corsi propedeutici e della scuola secondaria; potranno inoltre attivare specifiche attività formative per giovani studenti (privi ancora di maturità) con particolari e spiccate attitudini e in possesso di un livello tecnico e musicale pari o superiore a quello previsto per l’ammissione al Triennio.
Per l’ammissione ai corsi di Diploma di primo livello l’esame sarà presumibilmente in due prove:
una prova esecutiva (tre studi e programma di almeno 15′ per i Trienni strumentali, integrabili dalle singole Istituzioni con pezzi “di difficoltà equivalente”) e una prova di accertamento delle competenze di base. Per la scelta del repertorio della prima prova bisognerà attenersi a apposite tabelle che dovrebbero prevedere tuttavia la scelta, accanto ai repertori lì dettagliati, anche di altri pezzi “di difficoltà equivalente”. Agli studenti provenienti dai Licei Musicali dovrebbero essere riconosciute, salvo debiti, le competenze in Storia della Musica, TAC e Tecnologie Musicali.
Per l’ammissione ai Licei Musicali si richiederebbero competenze esecutive definite da repertori di riferimento indicati nel decreto. Il livello di uscita dal Liceo Musicale, per quanto attiene al primo strumento, non sarebbe definito univocamente, ma dovrebbe comunque “tener conto” di quanto richiesto per l’ammissione ai corsi di Diploma di primo livello.
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