Sono state presentate ieri alla Camera due interrogazioni a risposta immediata, cui ha risposto la Ministra Valeria Fedeli.  Riportiamo qui sotto il relativo resoconto:

(Iniziative volte a incrementare le risorse destinate alle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, evitando disparità di trattamento rispetto agli istituti universitari statali – n. 3-02804)

RAFFAELLO VIGNALI. Grazie, Presidente. Signora Ministro, come lei ben sa, nella legge di bilancio si è stabilito di aumentare la no-tax area degli studenti universitari e degli AFAM, cioè conservatori e accademie. Negli articoli successivi si parla, comunque, di un fondo che dovrebbe sostenere il sistema universitario rispetto a questa maggiore entrata. Mentre il fondo, però – l’FFO – è stato aumentato di 55 milioni per quest’anno e di 105 per il prossimo, quello degli AFAM non ha subito la stessa sorte. Evidentemente, nel mondo degli AFAM c’è una forte preoccupazione anche perché, come sa, gli AFAM non beneficiano di contributi come il sistema universitario: di fatto si reggono sulle tasse che pagano gli studenti. Quindi, volevamo capire come si intende procedere per evitare una disparità di tratta- mento che sarebbe giustificata a fronte degli stessi obblighi.

VALERIA FEDELI, Ministra dell’Istruzione dell’università e della ricerca. Grazie, signora Presidente. Grazie, onorevole Vignali, la ringrazio per aver focalizzato l’attenzione su una tematica a me molto cara, quale è quella del diritto allo studio universitario. In proposito, ritengo opportuno rappresentare preliminarmente alcune delle più recenti misure che abbiamo adottato. Intanto, c’è l’istituzione di una «no tax area » per gli studenti con ISEE fino a 13 mila euro iscritti al primo anno accademico e la previsione di agevolazioni per i fuori corso meritevoli appartenenti a nuclei con ISEE fino a 30 mila euro; vi è anche l’incremento di 50 milioni di euro, a decorrere dal 2017, del finanziamento del Fondo integrativo statale per la concessione delle borse di studio; poi, il finanziamento di almeno 400 borse di studio nazionali all’anno per il merito e per la mobilità universitaria, ciascuna da 15 mila euro, bandite dalla Fondazione « Articolo 34 »; poi anche lo stanziamento di 5 milioni, a decorre dal 2017, per l’orientamento degli studenti. Questo è prova concreta dell’impegno del Governo su un tema così cruciale per le nostre studentesse e i nostri studenti. Venendo ora alla questione oggetto del quesito, mi corre l’obbligo di specificare, soprattutto in via preliminare, che l’incremento del Fondo di finanziamento ordinario dell’università – l’FFO –, disposto con la legge di stabilità per l’anno 2017, non può essere destinato, come da lei auspicato, anche alle istituzioni AFAM, atteso che la destinazione di tale Fondo è stabilita per legge (articolo 5 della legge 537/93).

Fatta tale fondamentale ed imprescindibile premessa, mi preme mettere in evidenza che quest’anno, cioè per il 2017, il Fondo ordinario attribuito alle istituzioni AFAM, con un ammontare pari a 13.779 milioni, registra un incremento di oltre il 10 per cento rispetto all’anno scorso. Proprio attraverso il decreto mi- nisteriale che fissa i criteri di riparto del Fondo ordinario per le istituzioni AFAM per l’anno 2017, stiamo valutando di aumentare significativamente il peso percentuale del parametro legato al numero di studenti esonerati dal pagamento delle tasse di iscrizione. Una diversa ponderazione dei criteri, al fine di valorizzare quello connesso agli esoneri della contribuzione studentesca andrebbe nella direzione di sostenere quelle istituzioni che potrebbero subire la maggior flessione finanziarie riconducibile a tale fenomeno. Segnalo, inoltre, che, allo scopo di far fronte prioritariamente alla possibile contrazione delle entrate da contribuzione studentesca, il Ministero sta anche lavorando per individuare, nell’ambito delle risorse non vincolate del Fondo per le istituzioni AFAM, pari a 12.339 milioni di euro, la migliore combinazione possibile tra la quota da destinare all’ordinario funzionamento e la quota destinata al sostegno della produzione artistica, di ricerca e le manifestazioni ed iniziative di particolare interesse a carattere nazionale ed internazionale. Assicuro in ogni caso sin da ora l’impegno mio e del Ministero per individuare le soluzioni, anche normative, che rendano possibile quanto prima un incremento dello stanziamento complessivo del Fondo da ripartire tra le istituzioni AFAM.

RAFFAELLO VIGNALI. Grazie, Presidente. Grazie, signora Ministro, sono molto parzialmente soddisfatto, lo dico subito, per queste ragioni. Primo: la legge che istituisce l’FFO è del 1993, quella che rende i conservatori università è del 1999. Non possiamo continuare a considerare, quando ci fa comodo, i conservatori non università e, quando ci fa comodo, università. Arriviamo ad una definizione, però che sia una: cioè, non possiamo continuare ad andare avanti in modi alterni. Questa è la prima osservazione che vorrei fare. La seconda è la seguente. Francamente, che si usi questo criterio di riparto, addirittura, togliendo risorse alla produzione, mi sembra veramente una cosa assurda: mi sembra il gioco delle tre carte, che non è accettabile, perché è come dire: guarda, le risorse sono sempre quelle che ti davo, però te le giro in un altro modo e te le tolgo da altre cose che sono altrettanto utili ed importanti. D’accordo, invece – tutto il nostro sostegno –, se si vuole incrementare questo Fondo: se il Governo sta lavorando ad una manovra correttiva o qualcosa del genere, io credo che questa debba essere l’occasione. Però, francamente, dire che facciamo dei criteri a partire dagli stessi fondi mi sembra una cosa veramente che non ha molto senso: non credo che verrebbe accolta con favore dal mondo degli AFAM e io credo anche con qualche ragione. Io credo che bisogna anche iniziare ad essere coerenti sulle questioni: la legge dell’FFO è del 1993, se arrivano altri soggetti che sono università, io dico trattiamoli complessivamente come trattiamo un’università che ha gli stessi numeri – Bologna –, ma da tutti i punti di vista; e allora, forse, iniziamo ad avere un’equità delle cose. Non sto dicendo che dobbiamo togliere risorse all’università, però, un po’ più di equità su queste cose credo sarebbe giusta per un settore che, per noi, è un fiore all’occhiello a livello internazionale.

 

 

(Chiarimenti in relazione alle risorse necessarie per la ridefinizione della pianta organica della sezione staccata del conservatorio di musica Tito Schipa di Lecce, con sede a Ceglie Messapica – n. 3-02805)

NICOLA CIRACÌ. Signor Ministro, nel 2005, tramite il decreto-legge n. 7, modificato dalla legge di conversione 31 marzo 2005, n. 43, è avvenuta la statizzazione e l’accorpamento dell’Istituto musicale parificato gestito dal comune di Ceglie Messapica al conservatorio statale di musica «Schipa» di Lecce, in qualità di sezione staccata, assumendo l’ordinamento previsto per i conservatori musicali e il relativo funzionamento in forme e modi prescritti per le predette istituzioni. Quindi, diventa università anche la sede di Ceglie Messapica.

È stata stipulata successivamente una convenzione, nel 2006, in cui il MIUR e il suddetto comune hanno stabilito le modalità e i termini dell’accorpamento. Vi è stata un’inerzia da parte del MIUR – che dura dodici anni praticamente –, nella quale la statizzazione non è mai stata completata: un pezzo di questa statizzazione tuttora rimane sulle spalle del bilancio comunale, malgrado il MEF abbia chiarito con una nota, in maniera più che chiara, che le spettanze toccano completamente al MIUR.

Non voglio dilungarmi, perché questa è una battaglia di burocrazia che, ormai, ha rasentato il ridicolo, se non il penoso, addirittura. Perché il problema qual è? Che adesso i docenti cambiano ogni anno, con una mortificazione della continuità didattica che gli studenti dovrebbero avere; quest’anno siamo arrivati al punto che i docenti hanno dei contratti Cococo che mortificano i docenti stessi. Chi viene fortemente penalizzato sono gli studenti. Facciamo una richiesta di rideterminazione della pianta organica: Ceglie ha un solo impiegato amministrativo, quindi si contravviene anche alle regole sul lavoro e sulla sicurezza del lavoro. A questo punto, vor-rei finalmente una risposta: dopo un decennio abbondante, penso che ci spetti.

VALERIA FEDELI, Ministra dell’Istruzione dell’università e della ricerca. Grazie, onorevole Ciracì, come da lei ricordato, in attuazione del decreto-legge n. 7 del 2005, il MIUR e il comune di Ceglie Messapica, nel 2006, hanno sottoscritto apposita convenzione secondo cui il personale in servizio presso l’Istituto musicale pareggiato, gestito dallo stesso comune, è inquadrato nei ruoli del conservatorio « Tito Schipa » di Lecce. Questo, però, solo a seguito dell’incremento della corrispondente dotazione organica di posti da rideterminare, previa approvazione del MIUR, di concerto con il MEF e con il Ministro della funzione pubblica. La convenzione precisa, infatti, che, fino all’effettivo inquadramento, il personale in servizio presso l’Istituto musicale pareggiato resta a carico del comune di Ceglie Messapica. Come rappresentato dal MEF con la nota da lei citata, non è stato possibile sino ad ora dare attuazione alla predetta convenzione, in quanto gli importi originariamente previsti non erano sufficienti agli obiettivi di rideterminazione della pianta organica e trasferimento del personale. Lo stesso MEF, infatti, scriveva che l’autorizzazione di spesa prevista dall’articolo 1-quinquies del decreto legge n. 7 del 2005 è risultata insufficiente ai fini della rideterminazione, con decreto interministeriale, della complessiva dotazione organica del conservatorio di Lecce comprensivo della sezione di Ceglie, pur proposta dal Ministero dell’Istruzione dell’università e della ricerca. Ora, la legge di bilancio del 2017 ha incrementato, a decorrere da quest’anno, la quota di stanziamento del capitolo relativo al funzionamento delle istituzioni AFAM, destinata alla sezione staccata di Ceglie Messapica, cui è quindi destinato un importo pari a euro 330.000. Questo per- metterà di contribuire da quest’anno, in modo significativo, al pagamento degli stipendi del personale dell’ex istituto pareggiato ancora dipendente dal comune di Ceglie Messapica, e soprattutto permetterà al MIUR di proporre nuovamente al Ministro dell’Economia e delle finanze e al Ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione, ai fini dell’adozione, il decreto di modifica della dotazione organica del conservatorio di Lecce, procedendo conseguentemente alle necessarie variazioni di bilancio delle risorse dell’attuale capitolo relativo al funzionamento delle istituzioni AFAM statali e a quello relativo agli stipendi del personale di ruolo di tali istituzioni, dando così attuazione all’adeguamento della dotazione organica.

NICOLA CIRACÌ. Ministro, ho fatto i calcoli: lei è l’ottavo Ministro che fa questa promessa. Vorrei, dopo sette Ministri che non l’hanno mai mantenuto, tornare in Aula successivamente e dire che l’ottavo Ministro ha mantenuto l’impegno. Per il momento, grazie per le delucidazioni.

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