Sarebbe invece più opportuno richiedere maggiori garanzie di attitudine nell’accettazione degli allievi nel Conservatorio. Anche con tutte le possibili riforme nell’insegnamento, non sperino i Conservatorii di dare all’Arte dei proseliti, se non se ne rende più difficile l’entrata con tasse piuttosto rilevanti, che vietino il toppo facile accesso a molte mediocrità ingombranti, salvo a concedere gratuitamente, come per le Scuole Medie governative, l’insegnamento a chi, non in grado di sostenere la spesa, dia affidamento però di sicure e spiccate attitudini.

Altra riforma, a mio parere, efficace, sarebbe quella di non ammettere agli esami di Licenza gli estranei al Conservatorio, come non sono ammessi nelle Università. Tutti dovrebbero frequentare l’Istituto almeno negli ultimi due anni di studio. […]

E per ultimo: con l’indirizzo da noi propugnato, promovendo l’applicazione dei principii finora trascurati – canto corale, esercitazioni razionali e periodiche di musica da camera e orchestrale, di direzione d’orchestra – dotando di maggiore modernità ed intensità gli insegnamenti che ancora procedono troppo anacronisticamente col moderno sviluppo artistico – armonia, contrappunto, fuga, composizione, scuole strumentali, etc. – siamo convinti della redenzione dei nostri Istituti di Musica. […]

La Teoria musicale elementare non dovrebbe durare più d’un anno: quel tanto cioè da far apprendere agl’iniziandi le note, il loro valore, le chiavi, le pause, il ritmo, il tempo, intervalli e tonalità: si lasci in disparte il solfeggio parlato applicato al setticlavio e trasporto a qualunque intervallo, questa acrobatica ritmica in sette chiavi, e risparmiamo il nostro tempo per qualcosa di meno arido e di più musicale […]

Anche le Scuole strumentali abbisognano di radicale riforma. In primo luogo si eviti il Professore-omnibus, che insegna dai primi rudimenti fino all’altissima scuola di stile, ma si divida l’insegnamento in tre gradi, affidato a tre diversi insegnanti […]

Sarebbe pure conveniente che per gli strumenti principali – pianoforte, violino, etc. – venissero istituiti due generi di Diplomi: di Capacità e di Virtuosità. […]

Direzione d’orchestra: questa pratica dovrebbe venire esercitata accuratamente e periodicamente dagli allievi dei due ultimi anni di Composizione. Non tutti i Direttori che corrono l’Italia per guadagnarsi l’esistenza sono nati col bernoccolo direttoriale: eppure i casi della vita li spingono ad un lavoro che, se vi fossero stati preparati nei Conservatori, disimpegnerebbero con maggior sicurezza e coscienza. […]

 

(fine)

 

CARLO SCAGLIA, Per la riforma dei Conservatorii, in «Rivista Musicale Italiana», XXVI, giugno 1919, pp. 338-360

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