“Buone pratiche”: gli effetti collaterali
Sono pervenute oggi le osservazioni di altri stakeholders a proposito del DDL Martini (Statizzazione ex-istituti musicali pareggiati), recentemente riscritto e ampliato attorno ai temi del “riordino” e della cosiddetta governance.
Questi ultimi rimarcano come «gli ISIA [che, ricordiamo, per il Ministro rappresenterebbero una best practice di reclutamento: «Aggiungo, che ritengo da sempre che il modello di reclutamento degli ISIA costituisca una interessante best practice per l’AFAM, nonostante alcune questioni rimaste aperte sulla contrattualistica. Di tale modello intendo comunque tener conto nella prevista riforma del reclutamento» (dalla risposta alla sen. Idem a seguito dell’intervento del 21 giugno scorso in Senato)] non hanno organico per il personale docente, di conseguenza tutti i docenti sono incaricati attraverso contratto (CoCoCo) e il loro costo grava interamente sul fondo per il funzionamento. In questo senso i consistenti tagli al contributo per il funzionamento delle istituzioni AFAM hanno determinato negli ISIA una condizione ben più grave rispetto a quella delle altre istituzioni che hanno il personale docente a carico del Tesoro.
I continui tagli al contributo di funzionamento, che hanno ridotto della metà le risorse destinate agli ISIA in pochi anni, ha determinato per i quattro Istituti una condizione economica e amministrativa non più sostenibile.
Va inoltre considerato che il compenso orario per gli incarichi ai docenti è divenuto“ridicolo”, soprattutto se si considera che, proprio in base alle disposizioni ministeriali, questi incarichi sono basati sulle sole ore frontali di lezione, ma è chiesto agli incaricati di svolgere la “piena funzione docente”. Condizione, questa, che comporta per molti di loro la necessità di raddoppiare se non triplicare le ore di attività. Si determina inoltre una condizione d’incertezza normativa per quanto riguarda gli organi di governo che negli ISIA devono prevedere necessariamente la presenza di docenti con incarico annuale».
Nei giorni scorsi erano state depositate presso la settima commissione del Senato le osservazioni di