Torna a galla il Decreto Brunetta. Il 4 aprile il colpo finale?
Dopo sei anni e mezzo di latenza torna a galla il Decreto Brunetta (D.Leg. 27.10.2009 n.150). E per un aspetto che riguarda da vicino il comparto Afam: una pericolosa riduzione dei comparti di contrattazione da 11 a 4 che porterà a inevitabili accorpamenti.
[Andrebbe poi detto, ma questa è critica letteraria, come all’interno del decreto quello dei comparti sia tutto sommato un tema piuttosto marginale. Altri sono i suoi capisaldi: una limitazione delle materie oggetto di contrattazione e l’introduzione di cosiddetti criteri di premialità e di riconoscimento del merito. Il termine merito ricorre 36 volte, premio e derivati 34, performance 101. Attorno a questo lessico e a questa grammatica, ancor più che su questioni di indirizzo dell’economia, si è realizzata, come è noto, la continuità tra la cultura politica che ha prodotto quel decreto e la sua variante che oggi detiene il potere].
Ma cerchiamo di non andare fuori tema. Il prossimo 4 aprile i sindacati del pubblico impiego si recheranno all’Aran per cercare di siglare l’accordo quadro finale. Per il personale docente Afam si parla da tempo di un accorpamento con Scuola, Università (si tratta qui solo del personale tecnico delle Università, quello docente essendo com’è noto de-contrattualizzato) e Ricerca: il nuovo comparto della Conoscenza, dunque, cui corrisponderà un unico contratto nazionale con relative retribuzioni base, e forse l’elemosina di qualche specificità.
Ma non vogliamo qui sollevare aspetti “sindacali”, né parlare in questa sede dei molteplici problemi che l’accorpamento potrà causare alla questione della rappresentanza, né ricordare che una volta definiti i quattro Compartoni finalmente si potrà passare all’opulento rinnovo contrattuale consentito dalla Legge di Stabilità (circa 10 euro lordi a testa). Né, davvero, far preterizioni.
Quel che ci domandiamo è se ciò che avverrà il prossimo 4 aprile non sarà proprio il primo dei tasselli del combinato disposto e indisponente attraverso cui verrà sancito il definitivo ridimensionamento dell’Afam. In attesa di ciò che avverrà nei giorni immediatamente seguenti.
https://www.docenticonservatorio.org/torna-a-galla-il-decreto-brunetta-il-4-aprile-il-colpo-finale/https://www.docenticonservatorio.org/wp-content/uploads/2016/03/inquinamento.jpghttps://www.docenticonservatorio.org/wp-content/uploads/2016/03/inquinamento-150x150.jpgCronacaUncategorizedDopo sei anni e mezzo di latenza torna a galla il Decreto Brunetta (D.Leg. 27.10.2009 n.150). E per un aspetto che riguarda da vicino il comparto Afam: una pericolosa riduzione dei comparti di contrattazione da 11 a 4 che porterà a inevitabili accorpamenti. . Ma cerchiamo di non andare fuori tema....renato principerenato principerenatoprincipe@outlook.comAdministratorConferenza dei docenti dei Conservatori di musica italiani
Siamo in molti a pensare che col 4 aprile verrà sancito il ridimensionamento dell’AFAM. Ho letto però che se una sola delle tre confederazioni si rifiutasse di firmare, sarebbe possibile tentare un altro percorso, quello che vuole l’AFAM a sé stante oppure collegata all’università. Visto che abbiamo uno strumento come la conferenza dei docenti, non potremmo cercare di attivarci in questi pochi giorni e fare sentire la nostra voce, anzi la nostra totale contrarietà alla riduzione ai minimi termini del nostro settore? Gabriele Moroni
Il disegno è abbastanza chiaro. Tra “flussi e riflussi” sembrerebbe proprio che l’accordo parti sociali/ARAN del 4 aprile potrà aprire le porte all’accorpamento del ex comparto AFAM nell’ambito delle Scuole Secondarie Superiori di II grado. Questo significherebbe l’immissione in ruolo, senza concorso, degli attuali Direttori pro-tempore di Conservatori ed Accademie (con stipendio mensile maggiorato del 100%, come già avviene per i Dirigenti delle scuole medie di I e II grado) e, in visione futura, un fisiologico appiattimento degli stipendi degli attuali Docenti di Conservatori ed Accademie a quanto già percepito nelle Scuole secondarie. Non si tratta quindi solo di riduzione ai minimi termini del settore AFAM ma… ben di peggio! Sicuramente se venisse a mancare l’adesione di una delle sigle sindacali con più peso di rappresentanza a livello nazionale (sempre che tale accordo non sia di fatto già stato definito e concordato a tavoli separati con lo stesso ARAN) potrebbe ovviare al problema nell’immediato. Penso quindi anch’io come tanti colleghi con i quai ho avuto modo di confrontarmi in questi ultimi 15 giorni, che sarebbe importante e necessario far sentire in tutti i modi e luoghi possibili la nostra voce di totale contrarietà!!! Silvio Moscatelli
Ringrazio i colleghi per i commenti qui sopra; in effetti il tema ha suscitato un certo interesse quest’estate (ricordo la petizione su change.org dal titolo «Salviamo le storiche istituzioni dell’arte» che ha raccolto quasi 4800 firme), ma poi sempre meno. Alla luce di quanto detto l’altro ieri dal ministro, mi pare che possa ragionevolmente trattarsi di uno degli strumenti messi in atto per la realizzazione del famoso “scorporo”, per la realizzazione dei due livelli. Mi pare poi che l’intervento del collega @moscatelli metta in luce un aspetto fin qui piuttosto sottaciuto, che riguarda gli attuali direttori. Figure cui guarda caso mi pare che il ministro, nell’audizione in Senato, non abbia fatto alcun cenno.