Dopo le morae, ecco la vacatio:
basta col latinorum, please.
L’otto giugno scorso i deputati Ghizzoni (PD) e Vacca (5 stelle) hanno presentato due interrogazioni in Commissione Cultura della Camera, segnalando il caso di istituzioni formative di varia natura (Telematica Pegaso e I.CO.TE.A C.A.T. – con sedi a Milano e Ispica –, che si dichiara autorizzata dal Ministero) che stanno offrendo la possibilità di conseguire mediante corsi a pagamento i 24 crediti necessari per la partecipazione al prossimo concorso a cattedre.
Il sottosegretario on. Gabriele Toccafondi ha risposto che le iniziative rappresentate negli atti di sindacato ispettivo in esame sono state assunte in modo autonomo, senza alcun coinvolgimento dell’Amministrazione centrale del MIUR. E va bene. In premessa ha però dichiarato:
«Al riguardo, si rassicura che il MIUR ha avviato le procedure, in particolare per il profilo universitario, ai fini di dare corretta ed adeguata applicazione al dettato normativo sopra richiamato, anche coinvolgendo, per i relativi pareri, il proprio organo tecnico consultivo, ovverosia il Consiglio universitario nazionale (CUN). Relativamente al settore AFAM, invece, è palese la situazione di vacatio nella quale versa attualmente il corrispondente organismo, cioè il Consiglio nazionale per l’alta formazione artistica e musicale (CNAM)».
Il 23 giugno il Miur ha poi comunque diramato un comunicato con cui «nell’esclusivo interesse delle potenziali candidate e dei potenziali candidati, e per evitare affidamenti mal riposti o ingiustificati, si ritiene indispensabile sottolineare che i corsi attualmente pubblicizzati da diverse istituzioni, formative e non, sono promossi in totale mancanza dell’atto ministeriale che determinerà le inderogabili condizioni per il conseguimento e il riconoscimento dei crediti necessari quale requisito di accesso alle prossime procedure concorsuali».