Questa la risposta,  peraltro assai simile alle recenti dichiarazioni della Ministra Fedeli in settima Commissione del Senato, del sottosegretario all’Istruzione, Università e Ricerca, Gabriele Toccafondi, all’interrogazione 5-11377 dell’on.  Marisa Nicchi (Art. 1-MDP) del 17.05.2017 sul tema della statizzazione degli istituti ex-pareggiati:

 

Risposta scritta pubblicata Giovedì 18 maggio 2017
nell’allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-11377

La situazione degli ex Istituti musicali pareggiati è già all’attenzione di questo Ministero, che si sta adoperando su due fronti, paralleli e complementari tra loro.
Anzitutto il MIUR sta sostenendo l’iter parlamentare di un provvedimento chiave a questi fini, il cosiddetto «DDL Martini», che se approvato permetterebbe di intervenire non solo sul processo di statizzazione, atteso da anni, dei 18 Istituti Musicali Pareggiati e delle 5 Accademie di Belle arti non statali, ma anche sul riassetto complessivo del sistema.
Quanto alla statizzazione, appare opportuno segnalare che questo Ministero ha già avviato delle iniziative funzionali al raggiungimento di questo importante obiettivo. In particolare, per 3 delle 5 Accademie di belle arti non statali (cioè per Verona, Genova, Perugia), nelle more del procedimento che si propone di addivenire alla statizzazione ufficiale, è già iniziato un percorso preordinato alla loro statizzazione, al cui finanziamento sono stati destinati 4 milioni di euro annui disponibili a regime. Si precisa che si è potuto procedere solo su 3 delle 5 Accademie non statali, in quanto le due Accademie di Bergamo e Ravenna non hanno personalità giuridica, non hanno uno statuto, né un bilancio né organi propri, ma sono entrambe articolazioni rispettivamente del Comune di Bergamo e Ravenna, da cui dipende anche il personale docente e non docente ivi impiegato (3 unità per Ravenna e nessuna per Bergamo, che utilizza esclusivamente contratti di insegnamento).
Con riferimento all’obiettivo del riassetto complessivo del sistema, l’intenzione del MIUR è di individuare forme flessibili e criteri oggettivi per consentire un riordino qualificato e sostenibile dell’intero sistema AFAM che tenga conto di diverse esigenze. Tra queste, vanno mansionate:
la valorizzazione e la qualificazione ulteriore di quelle Istituzioni che hanno una massa critica, un bacino di utenza e una storia che le colloca in posizioni di attrattività per il sistema Paese anche a livello internazionale;
la definizione di un modello di Politecnico delle Arti (tipologia già prevista dalla legge n. 508/99) che consenta l’aggregazione in un unico soggetto giuridico di Conservatori e Accademie laddove le condizioni territoriali favoriscano tale aggregazione;
la stimolazione di un processo di statizzazione che non sia una semplice trasformazione di un soggetto giuridico da non statale a statale ma che, in un percorso graduale pluriennale, possa portare ad almeno 3 modelli:
semplice trasformazione da Istituto non statale a Istituto statale;
fusione per incorporazione dell’Istituto non statale in un Istituto statale già esistente;
creazione dei Politecnici delle Arti.

A fianco della descritta iniziativa legislativa, il MIUR sostiene convintamente gli emendamenti in materia di statizzazione e razionalizzazione degli ex Istituti Musicali pareggiati e delle Accademie di Belle arti non statali proposti al decreto legge n. 50 del 24 aprile 2017, relativo, tra l’altro, ad iniziative in favore degli enti territoriali, in corso di esame in Commissione bilancio.
Al fine di un loro accoglimento, il MIUR si impegna sin d’ora a avallare la copertura finanziaria prevista, seppure nei limiti di 20 milioni di euro a regime, funzionali ad una statizzazione graduale dei citati Istituti, rispetto ai 50 milioni circa che servirebbero per la statizzazione completa di tutti gli enti.
Detti emendamenti non si rivelano percorsi alternativi al cosiddetto «DDL Martini», giacché permarrebbe in capo all’Atto Senato 322 e abbinati la funzione di assicurare la regolamentazione organica del processo, nonché il coordinamento con le restanti disposizioni innovative in tema di AFAM.
Consapevoli dei tempi necessari per raggiungere gli obiettivi che caratterizzano le succitate iniziative, il Governo non mancherà di continuare ad erogare, nelle more, le risorse necessarie al sistema AFAM, confermando la tendenza positiva dell’ultimo triennio: nel 2017, infatti, il finanziamento è stato di 13,8 milioni di euro, a fronte di un finanziamento attestato a 12,7 milioni di euro nel 2015.
Anche per le 5 Accademie di Belle arti non statali il trend è stato di crescita: da 1 milione di euro nel 2015 a 4 milioni di euro nel 2017.
Per gli Istituti musicali pareggiati, che negli ultimi anni hanno visto fortemente ridursi (fino ad azzerarsi in alcuni casi) il sostegno che gli enti territoriali assicuravano loro, il Ministero sta cercando di individuare e predisporre soluzioni di più ampio respiro, come già sinteticamente rappresentato.
Concludendo, l’eccellenza del nostro Paese nel settore dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica richiede un’alta responsabilità di tutti gli attori, a partire dal Governo e dal Parlamento, per dare respiro ad un sistema che da tempo lo reclama e che merita riconoscimento e risposte concrete.

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