Come cambia l’Afam
Mentre l’Alta Formazione Artistica Musicale statale, da tempo sottoposta a minacce/promesse di “riorganizzazione” e di “riassetto”, del tutto privata, e da anni ormai, di organi e sedi di rappresentanza e di elaborazione di percorsi chiari e condivisi, sembra oggi voler continuare a guardarsi l’ombelico in attesa di un cenno ministeriale, di un provvedimento annunciato e poi risurgelato, ingannando l’attesa con oziose ma inevitabili interpretazioni di quanto avrebbe lasciato trapelare in corridoio il tal o la tal dirigente Miur, l’Alta Formazione Artistica Musicale privata mostra invece segni di una certa vitalità. Ricordate la nascita appena un paio d’anni fa del Coordinamento Istituzioni AFAM non Statali presieduto da Alberto Bonisoli, direttore di NABA e ministro in pectore del Movimento 5 stelle?
È di ieri la notizia della nascita di un altra associazione che, dato il peso dei suoi soci fondatori, potrebbe svolgere un ruolo decisamente importante soprattutto in questa fase di transizione che ci separa dall’accreditamento reale dei Bienni (tra un anno? tra tre?) da parte di Miur-Anvur.
È stata infatti costituita nei giorni scorsi l’A.I.F.A.R.T. – Associazione Italiana Formazione delle Arti, aderente all’AGIS, e alla presidenza della nuova associazione è stata chiamata Monica Gattini Bernabò (direttore generale di Fondazione Milano Scuole Civiche), affiancata nelle vesti di vicepresidenti da Amalia Salzano (presidente dell’AIDAF – Associazione Italiana Danza di Attività di Formazione) e Angela Maria Gidaro (direttrice artistica e segretario generale dell’Accademia Pianistica di Imola).
A completare il direttivo Lorenzo Cinatti (Sovrintendente della Fondazione Scuola di Musica di Fiesole) e Alessandro Tantardini (vicepresidente dell’Accademia Stauffer di Cremona). Presidente onorario è Carlo Fontana, già Sovrintendente del Teatro alla Scala, senatore della quindicesima legislatura e Presidente di Agis.
Scopo dell’A.I.F.A.R.T., si legge dal sito AGIS, «quello di diventare uno strumento di dialogo con le istituzioni italiane ed europee per la tutela degli interessi diffusi e collettivi dei soggetti rappresentati, diventando un interlocutore unico e coeso capace di armonizzare e rappresentare le differenti esigenze e priorità che caratterizzano la formazione artistica e musicale nelle diverse discipline. A.I.F.A.R.T si prefigge l’obiettivo di rappresentare le istituzioni che in Italia si occupano di Alta Formazione e perfezionamento artistico, musicale, teatrale e coreutico e di trattare temi reali che occupano le istituzioni aderenti, dal rapporto tra formazione e mondo produttivo per agevolare l’entrata dei diplomati nel mondo professionale, allo sviluppo/creazione di reti nazionali e internazionali [tutti temi, questi, sui quali l’Afam “pubblica” pare aver voltato da tempo la testa dall’altra parte], a quelli prettamente pertinenti la didattica, quali la distinzione dei percorsi di formazione secondo gli obiettivi, la formazione dei docenti, la regolamentazione, distinzione e riconoscimento dei titoli/diplomi rilasciati».
https://www.docenticonservatorio.org/come-cambia-lafam/https://www.docenticonservatorio.org/wp-content/uploads/2018/03/1C6770124-tdy-130404-grasshopper-skin-01.focal-1000x500.jpghttps://www.docenticonservatorio.org/wp-content/uploads/2018/03/1C6770124-tdy-130404-grasshopper-skin-01.focal-1000x500-150x150.jpgnotizieMentre l'Alta Formazione Artistica Musicale statale, da tempo sottoposta a minacce/promesse di 'riorganizzazione' e di 'riassetto', del tutto privata, e da anni ormai, di organi e sedi di rappresentanza e di elaborazione di percorsi chiari e condivisi, sembra oggi voler continuare a guardarsi l'ombelico in attesa di un cenno...RedazioneRedazione info@docenticonservatorio.orgAdministratorConferenza dei docenti dei Conservatori di musica italiani
Sempre aggiornati ed attenti!
Discuterò la Tesi del Biennio in Scultura il 9 aprile, fra 13 giorni, ma faccio in tempo a postillare questa vostra pagina, con molto piacere: dati i miei trascorsi alla Conferenza degli studenti AABBAA ed ISIA, ho racchiuso il tutto in un lavoro dal titolo (scontato…) “AFAM 1999-2018 Una riforma sospesa – Analisi e prospettive dell’Alta formazione artistica e musicale italiana”, e concludevo così:
“Infatti, in anni nei quali le istanze di cambiamento (politico, amministrativo, sociale, strutturale) convincono sempre più cittadini della loro inderogabile urgenza, si è ballata in Italia una danza immobile, un gioco delle parti senza cura del tempo e delle contingenze, una finta aporìa messa in scena da chi ha speculato demolendo la leadership dell’Alta formazione pubblica nei campi delle Arti visive e progettuali e del Design.
Sono convinto che l’ordinamentalizzazione dei Bienni decretata a metà gennaio del 2018 sarà la crisis che porterà il rilancio o la fine delle ambizioni, nuove e solide prospettive future o il tramonto definitivo dell’AFAM.
Le Istituzioni pubbliche fronteggiano delle multinazionali della formazione, avide di applicare il brand MADE IN ITALY sulla loro offerta formativa: non vorrei che la ragione di questa liberalizzazione fosse accontentare queste ultime, piuttosto che il buon diritto degli studenti.”
Mi fa piacere, e paura insieme, condividere dei (fondati) timori con qualcun altro ben migliore di me…
Goodnight and good luck!