Abbiamo un ritardo
Sono scaduti in questi giorni i sei mesi previsti dal D.Legisl. 60 del 13 aprile 2017 (pubblicato in G.U. n.112 del 16-5-2017 – Suppl. Ordinario n. 23) affinché la Ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca, sentito il Consiglio Nazionale per l’Alta Formazione Artistica e Musicale e previa intesa in sede di Conferenza unificata, definisse attraverso un apposito decreto:
a) i requisiti di accesso per ciascuna tipologia di corso propedeutico, che devono tenere conto del talento musicale della studentessa e dello studente e del possesso di un livello tecnico comunque avanzato;
b) le modalita’ di attivazione e la durata massima dei corsi propedeutici;
c) i criteri generali per la stipula di convenzioni con scuole secondarie di secondo grado, a eccezione dei licei musicali, per l’accesso ai corsi propedeutici delle loro studentesse e dei loro studenti e per la definizione del sistema dei crediti formativi riconoscibili;
d) la certificazione finale da rilasciare al termine dei corsi propedeutici, illustrativa del curriculo svolto e dei risultati formativi ottenuti;
e) i requisiti tecnici, le conoscenze teoriche e i livelli minimi delle abilita’ strumentali e dei repertori specifici, necessari per accedere ai corsi accademici di primo livello dell’offerta dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica.
Una serie di misure assai importanti attorno alle quali nei mesi scorsi si erano addensate numerose polemiche e preoccupate prese di posizione di diversi direttori, e di cui, almeno da dopo il nostro incontro del 6 giugno a Milano, non abbiamo più sentito parlare.
Che succederà ora? Si tratta del solito ritardo ministeriale o c’è di più? Che significa la misteriosa preposizione «entro», che così spesso negli articolati di legge assume la sfumatura semantica di «dopo»? Quale la misteriosa cabinadiregia o gruppodilavoro che se ne sta occupando?
Anche perché nei sei mesi trascorsi la Ministra avrebbe dovuto, tra le altre urgenze, provvedere a avviare le procedure di nomina del CNAM (altrimenti non si vede come avrebbe potuto “sentirlo”per il parere). Ah, no, scusate… All’art. 16 lo stesso D.Legisl. 60 del 13 aprile 2017 prevede «che nelle more della ridefinizione delle procedure per la rielezione del Consiglio Nazionale per l’Alta Formazione Artistica e Musicale, il decreto di cui all’articolo 15, comma 4, in mancanza del parere del medesimo Consiglio sia perfetto ed efficace».
Meno male, sembrava quasi che bisognasse seguire una fastidiosa procedura di legge…
Il termine di sei mesi stabilito dal D.lgs 60 per il DM non è “perentorio” ma “ordinatorio”, cioè il MIUR da questo ritardo ricava eventuali conseguenze negative solo e forse a livello politico, quindi non è particolarmente preoccupato di rispettare i tempi. Né come per tanti altri casi non è particolarmenre motivato, visto che negli ultimi 18 anni non ha mostrato molta determinazione a fare ciò che era nelle sue competenze secondo quanto previsto dalla legge. Ma questo non significa che non vuole emanarlo!
Non ci vedo nulla di diverso dal solito modo di fare. Sappiamo da anni che a Roma i mesi hanno 96 giorni, quindi le cose prima o poi arrivano sempre… arriveranno i bienni, arriveranno i poli, arriverà anche il pubblicistico, il CNAM ecc, nel 2018, 2020 o nel 2034…
Due considerazioni: nel privato dirigenti e operai che producono a questi ritmi sarebbero licenziati senza preavviso, ma anche nei nostri Conservatori lavorare coi tempi di Giove anziché terrestri sarebbe mortale per gli organi,
Ma quel che è peggio è che almeno ci si potrebbe aspettare una volontà di “giustificare” i ritardi, facendo uscire provvedimenti innovativi che non potevano essere licenziati prima! Invece dopo anni e anni di discussioni escono sempre provvedimenti “vecchi” che non giustificano il ritardo perché potevano essere emanati tranquillamente 10 anni prima,